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Tempi duri per tutti gli amministratori che non hanno dotato la propria azienda di un sistema organizzativo, amministrativo e contabile capace di scovare gli indizi di una futura crisi: con il Codice Crisi e Insolvenza (CCI),D.Lgs 14/19 del 16 marzo 2019, l’amministratore dovrà rispondere con il patrimonio personale per le inosservanze.
Gli strumenti di controllo quantitativi sono in grado di rilevare una crisi quando questa è già in atto ed ha già prodotto effetti negativi tangibili, mentre questa riforma, detta anche riforma del Fallimento vuole favorire la rapida individuazione di campanelli d’allarme per una futura crisi, il risanamento delle imprese ed un controllo sul loro equilibrio economico-finanziario. Per questo è necessario l’adozione di un adeguato modello di Pianificazione e Controllo di Gestione con particolare attenzione ai parametri sintomatici della crisi (finanziaria) d’impresa.
Novità anche per le società con almeno 20 dipendenti in media, o con un ricavi superiori ai 4 mln di euro: è necessaria la nomina di un revisore contabile.
Schematizzando e riassumendo le modifiche ai tre articoli del Codice Civile (2086, 2476 e 2477) presenti nella riforma CCI:
1) responsabilità degli amministratori delle S.r.l. verso i creditori;
2) obbligo per le S.r.l. di organizzare un Controllo di Gestione;
3) obbligo di nomina di un Revisore per le S.r.l. con almeno 20 dipendenti o almeno 4 milioni di ricavi.